Professioni Digitali: Ora il Contratto c’è

Professioni Digitali: Ora il Contratto c’è

 

PROFESSIONI DIGITALI: ORA IL CONTRATTO C’E’

STORIA DI UN LUNGO PERCORSO CHE STA DANDO I SUOI FRUTTI

di Andrea Ardizzone, direttore di Assintel

 

Correva l’anno 2000 e la bolla di internet impazzava sui mercati: si apriva l’era tecnologica, della internet society, della corsa al web, e da lì il mercato si è messo a viaggiare vertiginosamente verso il futuro digitale. In poco più che un decennio l’economia è diventata una “global networked society”, la tecnologia si è trasformata da lusso in commodity diffusa come mai nulla prima, il Mobile è diventato un prolungamento della propria vita stessa e molte attività analogiche hanno cominciato la loro agonia.

 

Chi sono i fautori di tutto questo?

Ecco il punto: questa rivoluzione è stata possibile grazie al lavoro di nuove professionalità, che si sono spesso letteralmente inventate. Il sistema scolastico e universitario non sapeva cosa fossero, ancora oggi è distante dal riuscire a capire cosa sono e come formarle; le aziende ne intuivano le potenzialità ma avevano strumenti obsoleti per inquadrarle. A tutto ciò si è aggiunto, in parallelo, un fecondo fiorire di piccole e piccolissime imprese, molte start up, con organizzazioni liquide, destrutturate, vivaio ideale per questo tipo di figure.

Ma il problema resta: un’azienda IT, un’azienda che fornisce soluzioni digitali, se vuole stare al passo con ciò che il mercato richiede deve attrarre i talenti digitali; deve coltivarli, farli restare e dar loro un ambiente stimolante e utile al loro lavoro e alle richieste del mercato stesso.

Il primo banco di prova è l’inquadramento contrattuale: che non è solo il semplice stipendio, sempre più incapace di cogliere le aspirazioni dei talenti stessi. E’ la flessibilità, l’orario e i flussi di lavoro, i percorsi di carriera mirati, la valorizzazione delle competenze.

 

Finora tutto ciò è stato congelato in una bolla a-temporale: dato che non esisteva una classificazione standard di tutte queste nuove figure professionali, gli impianti contrattuali hanno fatto ciò che potevano, cioè hanno ricondotto quei profili a vecchie categorie già esistenti, non riuscendo però a stare al passo. Lo scollamento si è così ulteriormente ampliato.

Ma qualcosa è andato nel frattempo cambiando: a livello europeo si è arrivati ad una classificazione delle competenze ICT, lo European e-Competence Framework – in breve e-CF, un nuovo modo di razionalizzare e comprendere le professionalità che operano nel settore. Il framework è un insieme di competenze di base (40 per l’esattezza nella rel. 3 dell’e-CF, suddivise in 5 aree – Plan, Build, Run, Enable, Manage) che possono essere composte ed aggregate a piacimento per la definizione di un particolare profilo professionale. Possiamo quindi considerare l’e-CF come un utile quadro di riferimento per tutti gli attori che operano nell’ICT: professionisti, lavoratori, aziende, pubblica amministrazione, enti di formazione. L’e-CF, come si diceva, esprime competenze ossia conoscenze e capacità, non processi e prestazioni. Non esprime profili professionali, ma il profilo professionale può essere costruito integrando più competenze anche a diversi livelli di professionalità.

Il valore del framework e-CF è dato anche dal fatto che in Italia, dal luglio 2013, e-CF è diventato una norma UNI (UNI 11506) e sulla base di questa esperienza in ambito CEN è stato aperto un Project Committe, il 428, per trasformare l’e-CF in norma europea.

 

In questo contesto, per Assintel, che rappresenta il mondo imprenditoriale dell’offerta ICT, diventava urgente attivare strumenti finalizzati ad agevolare il dialogo tra chi propone soluzioni e servizi e chi li compra ed aggiornare le leve contrattuali tipiche dell’organizzazione del lavoro di impresa.

Il primo tassello è stato la pubblicazione dell’annuale Osservatorio delle Competenze Digitali (dal 2014 realizzato anche con AgiD, Assinform e AssinterItalia), utile per diffondere, fra gli Operatori, i professionisti e le Istituzioni questi principi.

Il secondo tassello ha a che vedere invece con il Contratto Nazionale di lavoro del Terziario: Assintel ha colto l’occasione del recente rinnovo contrattuale per proporre un nuovo modo di intendere la classificazione del personale delle imprese tecnologiche. Oltre quindi ad aggiornare i profili e i relativi livelli di inquadramento, la vera novità è l’aver introdotto l’e-CF quale elemento di riferimento per l’azienda e per il lavoratore e, cosa non da poco, per la definizione dei nuovi profili professionali di domani. Nel nuovo CCNL le 40 competenze e i relativi 23 profili professionali proposti dall’e-CF sono stati inseriti nell’articolo 100 bis, andando a soddisfare le esigenze delle aziende ICT e dei lavoratori “digitali”, tramite l’utilizzo di un linguaggio semplice e allo stesso tempo strettamente legato al settore. All’interno dell’articolo si trova una matrice che lega a ogni livello del CCNL il livello di competenza e-CF sulla base del livello di capacità per ogni competenza digitale. I 23 profili e-CF sono tutti inquadrati dal 4° livello (Developer, Digital Media Specialist, ICT Security Specialist, ICT Trainer, Network Specialist, Service Desk Agent, System Administrator, System Analyst, Technical Specialist, Test Specialist) al 1° livello (Chief Information Officer, CIO). Ulteriore novità positiva è che questi profili sono stati legati anche ai percorsi di apprendistato, che oggi rappresentano una importante ed efficace leva per l’inserimento di giovani nel mondo del lavoro, per formare i talenti digitali e nel contempo garantire alle aziende costi sostenibili.

 

Lo scorso 30 marzo il CCNL del Terziario è stato ufficialmente rinnovato e le nuove disposizioni legate all’ICT trovano nell’articolo 100 bis finalmente la loro collocazione. Oltre ad esse, naturalmente, vi sono anche tanti altri miglioramenti legati al rapporto di lavoro in sé.